In scrinium de Abbondio
Esili linee in ottone descrivono il volume di un “pizzottu ” ( nome affidato a un solido di pietra dì Cursi avente dimensioni standard 51x37x27 cm ). I cavamonti di Cursi hanno dedicato la loro l’esistenza all’estrazione della pietra, i “pizzotti” vedevano la luce solo grazie alla forza delle braccia e all’ausilio di pochi arnesi rudimentali. Questa attività per molti é stata ragione di vita e di sostentamento economico ma anche di morte. In questo lavoro “lu pizzottu” é anche reliquiario, contenitore degli effetti personali di chi come Abbondio ha speso l’intera esistenza praticando il mestiere del cavamonte. Il corpo é ormai polvere, come quella che si ottiene lavorando con la pietra, la stessa che ti entra dentro al corpo dopo anni di lavoro. Quel che resta é solo una maglia strappata in lana e un fazzoletto di cotone usato per proteggersi dal sole, legato con quattro nodi sul capo. Gli indumenti impolverati, riposano finalmente adagiati su un letto morbido di terra, ma portano ancora i segni del sudore e del lavoro durissimo. Lo scrigno é anche un monumento dedicato a tutti i cavamonti di Cursi nati nella pietra, vissuti con la pietra e che oggi riposano sulla pietra.